
Il paziente ed appassionato lavoro di stratificazione materica che realizza l’artista e artigiano Brenno Pesci è ben percepibile nei suoi lavori.
La mano dello scultore costruisce lentamente un’opera colma d’espressività, capace di restituire allo sguardo dell’osservatore l’energia dell’impulso che ne ha permesso la creazione. Le figure di Brenno propongono un confronto con l’ancestrale inquietudine dell’essere. Nello specifico, quella tensione continua verso il futuro, che permette ogni volta alla vita di vincere sulla morte.
Questa fede cieca e primitiva nell’esistenza è riconoscibile nei lavori di Pesci e permette di collocarsi in una dimensione di utopica speranza. Qui impariamo a guardare con i suoi cavalieri oltre la concretezza e procediamo come i suoi santi verso un oltre di celeste purezza.

Le sculture di Brenno intonano un inno alla vita, sospirano sui nostri lutti e ci aprono le porte del cielo. Ciò che più stupisce di questi lavori è che non richiedono spiegazione, ma dialogano con noi e costruiscono narrazioni senza sfruttare l’uso della parola. D’altronde la lingua non è il mezzo di comunicazione preferito dell’artista. Pesci è un uomo d’eccezionale e delicata riservatezza.
Lo stesso che ci apre le porte di un atelier incantato ed in pacifico silenzio lascia il nostro sguardo circolare libero tra le sue plastiche presenze. Eccoci allora scivolare leggeri tra le complesse superfici delle sculture. L’artista intanto ci osserva sereno, consapevole della preziosità del suo lavoro. Brenno Pesci costruisce per noi un’opera che rigenera e conforta ed infine emoziona per la sua bellezza gentile.
