ALBERTO BURRI

Dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2021 alla Fondazione Ferrero di Alba è possibile visitare la mostra “Burri. La poesia della materia”. Si tratta di un evento espositivo unico, in cui Bruno Corà ha tentato di concentrare in poche sale tutte le fasi della lunga vicenda artistica di Alberto Burri. Il percorso allestitivo scelto dal noto curatore non solo consente allo spettatore di entrare pienamente in sintonia con le intenzioni di un artista restio all’uso della parola, ma permette anche di cogliere tutte le influenze e le ascendenze culturali che ne hanno segnato l’opera.

Lo sviluppo dell’esposizione è caratterizzato dalla successione di supporti dai quali emergono come presenze fisiche i diversi materiali scelti dall’artista nel corso della vita. Queste costruzioni si ribellano alla bidimensionalità della tela e come attori ed attrici simulano teatralmente una comunicazione pari a quella tra i corpi vivi. Si tratta di presenze (o invadenze) che non provocano piacere in chi osserva, ma turbano ed opprimono perchè alludono senza illudere alle fragilità umane. Burri usa materiali “ostili” per mettere in scena una rappresentazione veritiera e realistica del mondo, dove l’osservatore si scopre in tutta la sua vulnerabilità. Per fare ciò l’artista rende lo spazio espositivo un vero e proprio campo di battaglia, dove l’uomo è assediato da una materia che irrompe e minacciosa brucia, fino consumargli l’ossigeno e rendere l’atmosfera soffocante.

Il confronto vis a vis con i lavori di Burri denuncia la natura sfuggente della materia artificiale, che appare esentarsi da qualsiasi controllo e crea da sé un nuovo linguaggio ben più efficace della parola. Questo è possibile perchè la realtà concreta basta a sè stessa, occupa la mente sinesteticamente, ed impedisce qualsiasi tipo di capriola mentale. L’urgenza espressiva dei materiali presentati da Burri sembra premere sull’umanità che si rapporta con essa. Lo spettatore sensibile può aprirsi a queste suggestioni materiche per farsi accompagnare, sollevare ed infine ferire dal loro inesorabile incedere. La visita si conclude con una riflessione sul linguaggio e sui suoi limiti: i lavori di Burri distruggono la comunicazione precostruita e dettano una nuova grammatica, dove il fraintendimento è impossibile. In definitiva, gridano senza fare rumore che l’umano è fragile e denunciano le tensioni di un’esistenza in precario equilibrio tra forze distruttive ed edificanti.

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