NICOLO’ BORGESE

Nicolò Borgese è un giovane artista nato nel 1990 a Torino, città in cui tuttora risiede e opera.

Sin da piccolo è attirato dai mutamenti spontanei del mondo naturale e dalla capacità intrinseca ai diversi materiali di trasformarsi imprevedibilmente seguendo ritmiche indipendenti.

Questa sua curiosità verso le possibilità di manipolazione della materia porta Nicolò ad iscriversi alla celebre Accademia di Belle Arti di Torino. Qui approfondisce i suoi interessi ed affina le proprie capacità artistiche, fino a scoprire in sé stesso inattese e peculiari doti creative. In effetti, Nicolò si distingue nel corso dei suoi Studi per la consapevolezza con cui gestisce materiali complessi e per l’originalità con cui li addomestica per introdurli nella sua ideale dimensione artistica.

Nicolò Borgese, Copper Wall, 2019, Rame e cemento, 120x250cm.

La laurea a pieni voti chiosa un percorso agevolato da una forte propensione all’arte, che inaspettatamente gli Studi accademici hanno saputo enfatizzare e non soffocare. Nel mondo artistico è infatti frequente che gli spiriti creativi più eccentrici si mostrino insofferenti di fronte a un’impostazione formativa di stampo convenzionale. Al contrario, Nicolò si dimostra coerente nel disegnare sin dagli esordi in Accademia una strada indipendente, lasciando come traccia preziosa del suo percorso lavori dalle forme inedite ed emozionanti.

Proprio questa spiccata originalità consente una rapida ascesa nel mondo lavorativo: ne sono prova le diverse partecipazioni a concorsi internazionali nonché le esposizioni in gallerie di prestigio. In particolare, l’artista attira l’attenzione del noto gallerista Davide Paludetto, il quale propone le sue opere nelle edizioni X e XI di Paratissima (Torino 2014, 2015). Non sono solo collezionisti e appassionati d’arte, ma anche i curatori a notare le capacità di Nicolò, che viene inserito da Francesca Canfora prima nella collettiva sCOLPITI DALLA CRISI (Rivara e Torino, 2014) e successivamente nell’esposizione TRASMUTAZIONI. Oltre l’uomo e la materia (Vercelli e Torino, 2015). Ma non è tutto, perché il giovane artista attira anche l’attenzione della curatrice Elena Radovix, la quale lo inserisce in diverse mostre collettive: Una frisa di metallo (Torino 2019); Spazi di memoria (Alessandria 2019) e REVIVESCENTIART (Torino 2020). Da ultimo, vale la pena citare ulteriori concorsi a cui Nicolò partecipa con risultati particolarmente positivi. Ne costituiscono un concreto esempio La vittoria del XIV Premio Nazionale delle Arti (Torino 2019); la partecipazione alla celebre Biennale di Monza (Monza 2021) e al COFFI Italian Film e Art Festival di Berlino (Berlino 2015).

Nicolò Borgese, 400, 2019, rame,.

Le capacità del giovane artista sono evidenti da un confronto immediato con le sue opere: è impossibile non apprezzare il frutto di uno studio maturo ed accurato dei materiali e non rimanere sorpresi dall’abilità dimostrata nel governarne la disposizione spaziale. Ciò che caratterizza Nicolò è un approccio alla creazione paziente, in grado di assecondare le proprie idee artistiche ed al contempo di rispettare la natura delle sostanze in esse coinvolte. L’atelier del ragazzo si è arricchito nel tempo e oggi sfoggia una modesta quantità di lavori, ma ancora si tratta di capitoli iniziali di una narrazione in continuo mutamento. A tale proposito vale la pena ribadire quanto le trasformazioni dei materiali che compongono le opere dell’artista seguano un ritmo autonomo, che soltanto la mano esperta di Nicolò sa interrompere quando nella bozza identifica l’opera compiuta.

Il risultato è il più delle volte sorprendente: si tratta di composizioni seducenti in cui le linee si incrociano definendo spazi geometrici di una profondità vertiginosa. I riquadri che danno forma ed equilibrio a lavori come Copper Wall o 900 racchiudono un divertente e mai superficiale carnevale cromatico, in cui i colori trionfano luminosi attribuendo carattere all’ambiente in cui le opere sono collocate.

Si finisce così per essere coinvolti in un inedito dialogo con l’artista, costruito in un gioco di luce e diversità dei materiali: dalle strette relazioni tra cromie, linee e superfici traspare una nuova modalità comunicativa che apre la strada ad un’espressione artistica inedita ed appassionante.

Osservando le opere si può concludere che: da un lato, le composizioni dell’artista sembrano preservare un armonico equilibrio tra forze contrastanti, giocando con la spinta all’evasione cromatica della materia compressa nelle griglie, la quale genera una tensione magnetica eccezionalmente intensa; dall’altro lato, stupisce pensare che questo linguaggio nuovo non è che il frutto spontaneo dell’attrazione fatale tra Nicolò e il materiale di volta in volta prescelto. Un percorso privo di complicate sovrastrutture mentali che si sviluppa agevolmente grazie alla confidenza innata con la materia.

Nicolò Borgese, Dicotomia Acida, 2020, rame, acido e plexiglass, 50X50 cm.

Il nostro artista governa con disinvoltura sostanze dall’essenza mutevole, restituisce loro una forma nuova e finisce per concretizzare di fronte allo sguardo dello spettatore spazi di dignità eccezionalmente indipendenti.

Angela Calderan

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