SERGIO CARANDO

Sergio Carando (1951) è un grafico, fotografo ed artista originario di Borgo d’Ale, in provincia di Vercelli. In questa città studia pittura e decorazione, sviluppando il gusto verso un’arte preziosa e sofisticata. Attenzione però, il lavoro di Carando non allude alla preziosità quale sinonimo di sfarzo e opulenza, ma richiama l’aspetto più etico del termine e lo concretizza servendosi di tecniche complesse e materiali pregiati.

Carando è consapevole che l’eleganza risiede nella finitura del tocco e che l’armonia della composizione può trasportare e affascinare soltanto se sapientemente diretta. Ed infatti da compositore esperto dirige gli strumenti artistici con rara consapevolezza, per creare opere di una sorprendente ed eccezionale intensità.

Il quadro supera i confini imposti dalla cornice e finisce per diventare, come gran parte dei soggetti dell’artista, un vero e proprio classico. Un classico è ciò che procede nella storia riferendo sempre sé stesso, è uno spazio nello spazio, una dimensione mitica dove sogni, enigmi ed emozioni maturano liberamente. Allo stesso modo, le opere di Sergio Carando suggeriscono visioni d’altri tempi, riportano suggestioni antiche e le traslano nell’epoca moderna.

Proprio il dialogo con la storia appassiona e seduce chi guarda e riconosce nelle linee e nelle cromie di queste superfici la propria identità. Lo spettatore è trasportato nella trascendenza divina dell’oro, viene abbracciato dall’oltremare celeste, per poi trovare un rassicurante rifugio nel verde serafico. L’esperienza continua nell’ abbaglio dell’argento e termina tra le sfumature di rossi vertiginosamente profondi.

Le inattese sensazioni che i lavori sono in grado di suscitare nascono da un’ampia ricerca intellettuale e sono il frutto di un lavoro meticoloso ed appassionato, che richiede tempi di realizzazione estesi.

Nello specifico, per la maggior parte delle opere Carando usa come supporto una varietà pregiata di carta giapponese. Questo materiale ospita poi gli interventi successivi dell’artista: la stesura della tempera e l’applicazione della foglia d’oro o d’argento. Questa ultima fase è la più delicata perché la foglia è tanto preziosa quanto fragile e, affinché aderisca alla carta, è necessario porsi per qualche secondo in una condizione di “apnea”.

Successivamente l’artista estrae i pastelli soffici dalle scatole in cui sono custoditi rispetto alla tonalità e procede con la colorazione delle zone prescelte. Al termine di questo lungo processo avviene la finitura: Carando rimuove le eccedenze del pastello come fossero zucchero a velo, poi fissa il lavoro con un protettivo per impedire che materiali possano alterarsi.

Il risultato finale è eccezionalmente potente: un’intesa perfetta tra la nobiltà dei materiali selezionati e i colori che li integrano e valorizzano. Appena la luce incontra le superfici delle opere ogni parte acquista forza e significato, costruendo un dialogo con il resto delle componenti, lo spettatore e lo spazio circostante.

Sergio Carando è un artista colto, raffinato ed entusiasta che attraverso le sue opere crea con passione un discorso sinuoso e lineare, come una lezione di filosofia.

Trasportati in un oceano di ricordi e simboli che emergono simili a “reperti archeologici”, non si può far altro che lasciarsi coinvolgere nel turbinio di suggestioni di cui l’artista ci fa dono.

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