OLGA SIRACHEVA

-Olga Siracheva-

I dipinti dell’artista russa riflettono come specchi il magnetismo della loro creatrice. Olga emerge tra i lineamenti spigolosi delle sue figure. Si tratta di creature selvagge, idoli contaminati dal quotidiano. Questi ingredienti decisi, estratti dal sogno e dalla realtà, s’incontrano nelle figure create dall’artista. Le immagini di Olga colpiscono lo sguardo come fulmini, attirano ed assoggettano lo spettatore, al punto di rendere impossibile il congedo visivo.

MARINA TABACCO

-Marina Tabacco-

Artista torinese ma cittadina del mondo. Marina esplora la superficie come fosse una perenne riscoperta dei propri viaggi. Nella mente però, i ricordi sfumano fino a divenire essenze profumate. È proprio la varietà sinestetica dell’esperienza nomade a emergere dai dipinti della Tabacco. Le opere di Marina bruciano come rami d’incenso e trasportano l’osservatore alla scoperta di territori inesplorati. Questi, peraltro, non si impongono esclusivamente come seducenti visioni estetiche ma, al contrario, rivendicano nella loro eloquenza un messaggio ideologico. Si tratta di una denuncia coraggiosa a ciò che fino ad ora ha limitato il nostro sguardo. L’artista ha quindi anche il merito di aver rimosso quell’ostacolo culturale che ci impedisce di guardare all’altro con fraterna empatia.

SUSIE HNILICKA

-Susie Hnilicka-

L’opera dell’artista svizzera Susie Hnilicka abita un territorio neutro ed incorrotto. Lo stile è eccezionalmente spontaneo e restituisce alla natura una forma semplice ed essenziale. La particolare visione di Susie è il frutto di uno sguardo ancora puro, capace di considerare il mondo come un estremo atto d’amore. L’artista riconosce la bellezza del dettaglio e si entusiasma nel percepirne le diverse consistenze. La traduzione creativa di tale esperienza è un’opera eterea, che consente l’accesso ad una realtà utopica e fiabesca.

ANNE-CéCILE BREUER

-Anne-Cécile Breuer-

L’artista italiana e di origini belga dipinge istantanee. Si tratta di frammenti di realtà che trapassano lo sguardo, scalfiscono il cuore e rimbombano sulla tela. Nelle forme che caratterizzano i dipinti rimane poco di quell’originaria potenza. Cécile addomestica la verità trasformandola di fatto in una costruzione delicatissima. La mano dell’artista, come quella del poeta, ammansisce il reale e permette di scorgerne la profonda bellezza.

FRANCO FASANO

-Franco Fasano-

Franco Fasano si definisce realista eppure traccia, attraverso il tema dell’albero, un percorso che dal figurativo conduce all’astrazione. È un processo che solo la forza della natura può innescare. Quando l’artista è ispirato, “ogni figura perde il suo contorno, nella necessaria connessione con il resto”: i confini tra le sensazioni sfumano convergendo in un’unica emozione. Proprio questa diviene la protagonista dell’atto creativo e finisce per svelare una realtà differente. Si tratta di un’interpretazione profonda della natura, una “devoluzione” preziosa e ricca di significato.

LEDA TAGLIAVINI

-Leda Tagliavini –

Il segno dell’artista emiliana è coinvolgente e penetrante. Leda descrive una natura che trascende l’apparenza e rivela misteriose suggestioni dai risvolti spesso inquieti. L’opera della Tagliavini rimanda ad enigmatiche dimensioni metafisiche, dove il simbolo si intreccia alla realtà. Questa assume fisionomie perturbanti deformandosi magicamente sulla superficie della tela. Proprio la capacità di padroneggiare la forma e assoggettarla secondo visioni esoteriche rende Leda un’artista unica ed affascinante. Di fronte alle creazioni dell’artista perdiamo il contatto con la realtà lasciandoci travolgere da inaspettati turbamenti dalle cromie brillanti.

LUIGI LOMBARDO

-Luigi Lombardo-

L’artista di origine calabrese mira a isolare frammenti di realtà per risaltarne il valore emozionale. Il vissuto personale è il risultato di una fitta trama di istanti di diversa intensità emotiva. Estrarre dal tempo tali momenti significa restituire loro il significato perso in virtù del generale. Luigi Lombardo libera la realtà dai processi di causa-effetto rendendo la forma un varco d’accesso ad infinite possibilità. Così, vertiginosamente, l’osservatore viene attirato nelle dimensioni sospese ricreate dall’artista. Si tratta di un’esperienza che toglie il respiro ed esaurisce nella tela ogni necessità comunicativa.

ALBERTO BALLOCCA

-Alberto Ballocca-

Le creazioni di Alberto Ballocca suggeriscono ragionamenti complessi, frutto di una cultura vasta. Stupisce quindi immaginare che tali produzioni nascano da una mente così giovane. È ancora più sorprendente pensare che Alberto, a soli 27 anni, abbia maturato una saggezza artigianale tanto ampia da rendergli possibile un gioco quasi dissacrante. Nello specifico, il ragazzo accosta con libertà riferimenti antichi ed aulici a realtà contemporanee. Per mezzo della sua opera, l’artista torinese rinnova la cultura greca usando toni brillanti, restituisce vigore alla solitudine metafisica facendola emergere dai pixel televisivi. L’atteggiamento di Alberto è una rivendicazione democratica dell’arte concettuale. Il “già sentito” si rivela inaspettatamente l’ideale messaggero dell’etica contemporanea. La sensibilità dell’artista permette di intercettare nel moderno e nel passato quelle affinità che Goethe denominò “elettive”. Ovvero relazioni silenziose che non necessitano spiegazione, ma si rivelano perfette nell’intensità della loro vicinanza.

MARCO VIGO

-Marco Vigo-

L’artista di origine ligure Marco Vigo interpreta la realtà traducendola in “forma che sprofonda”. La figura è infatti deformata dalle chimere dell’interiorità e assume così un aspetto perturbante. Il processo è complesso ed ha per risultato la trasformazione del reale per effetto della suggestione. L’animo inquieto dell’artista altera la realtà finendo per trasformarla in puro sfogo cromatico. L’arte di Marco Vigo emoziona e coinvolge come un’onda sinestetica e travolgente.

KARLA KLASER

-Karla Klaser-

Karla Klaser è un’artista croata che ha coraggiosamente trovato la sua dimensione creativa in uno stile personale ed unico. Secondo l’artista si tratta di ”improbabile” puntinismo, meglio definito dai critici come “macro”. Nello specifico, l’opera di Karla si propone come una sorta di approfondimento visivo della realtà. Quando lo sguardo diviene sensibile, infatti, si giunge a penetrare la forma ed i suoi limiti divengono confusi e “l’opera intera galleggia nell’ambiente come un frammento”. È una sensazione rara, che unisce percezione ed intelletto. La conseguenza di tale trasporto è la trasformazione del dettaglio in sospiro di vita. Quest’ultimo viene trasposto da Karla in ampie campiture dalle cromie sfumate, poetiche. È proprio la poesia dell’immagine che viene narrata dall’artista e nelle essenze profumate di queste armonie è possibile cogliere anche l’essenza del reale.

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